Risalendo la valle che dalla Piana di Sibari porta a Lungro , “capitale” del territorio Arberesh – discendenti dei soldati di Giorgio Castriota Scandenberg, albanese eroe della lotta contro l’impero Ottomano – il verde sembra voler sanare le ferite della terra, combinazione di movimenti incoerenti della crosta terrestre e dell’erosione, mentre i monti fanno corona a guardia di queste terre generate dalle acque che solcano le loro pendici. Questa piccola catena montuosa che segna il limite meridionale del parco del Pollino è un territorio poco abitato, con decine di chilometri di boschi incontaminati, acque sorgenti che alimentano piccoli corsi d’acqua anche ad agosto. Qui non arrivano turisti e rari sono anche gli appassionati di montagna ed escursioni. Qui c’è la Fondazione Lungro per don MIlani che mi trovo a presiedere quasi per caso. Sono cinque anni che cerco qualcuno che voglia prendersene cura. Io faccio quello che posso avendo da curare al tempo stesso i maestri di strada a Napoli. Così capita che le mie vacanze diventano l’ennesimo lavoro fisico, intellettuale e psichico. Ne sono contento perché in genere trovo soddisfazione in qualsiasi cosa faccio, ma comincio ad essere un po’ troppo vecchio per questi ritmi. Con queste immagini auguro a tutti di riuscire a vedere il bello della vita anche nelle imprese più faticose e mi auguro, per questa estate che si sia qualcun altro a riempirsi gli occhi e l’animo di questi luoghi.