Archivi categoria: Scuole Estive

Campo estivo VESPARIA PRIMO

Si è concluso il nostro primo campo estivo, un esperimento che ci ha riempito il cuore di gioia, il viso di sorrisi, la mente di riflessioni, gli occhi di splendidi panorami e la pancia ti tante leccornie.

Nella speranza e nella certezza che ci ritroveremo tutti e di più la prossima estate, pubblichiamo un assaggio delle vacanze trascorse in questo posto incantato, ma quanto mai reale

Campi Scuola Maestri di Strada & Fondazione Lungro per Don Milani

IMG_5121Siamo giunti al termine della preparazione pratica dei locali. Abbiamo una riserva d’acqua di 1500 litri, è in funzione l’autoclave, abbiamo una ‘cabina elettrica’ per gestire in modo sicuro tutte le utenze elettriche,  abbiamo docce e batterie di bagni; abbiamo attrezzato tre appartamenti indipendenti ed una cucina e sala pranzo comune.  Ci sono da fare ancora infinite migliorie ed abbellimenti  che saranno a cura dei diversi ospiti. Nel frattempo i Maestri di Strada hanno organizzato l’arrivo dei primi ospiti. Per quest’anno si tratta di pionieri e saranno presenti a partire dal 18 luglio (prima abbiamo in corso diverse attività a Napoli). Si tratterranno una settimana e chi vorrà venire a trovarci in quel periodo sarà ospite gradito.piscina

Alla Piscina di Lungro – Ospiti della scuola Estiva

Preparazione campi scuola

Vi mostriamo alcune immagini dai fine settimana impiegati per preparare i campi scuola a Lungro. Il 4, l’11, il 18 ed il 25 giugno ci siamo dedicati ad allestire la struttura che deve ospitare i nostri primi campi scuola. Il 4 un gruppo di coraggiosi/e ha fatto grandi pulizie contendendo gli spazi a ragni, passeri, gechi, e altri visitatori diurni e notturni. Non c’era corrente elettrica, e poca acqua. Docce fredde per lavarsi . Dal 9 all’11 eravamo in 15. Continuano le pulizie, c’è la corrente con un impianto di fortuna.. C’è poca acqua e le docce son ancora fredde.
dal 16 al 18 impianto elettrico definitivo, costruzione della ‘cabina elettrica, inaugurazione della doccia calda, della lavatrice, prima pietra per la riserva d’acqua.
L’alba è sempre meravigliosa. Ci sono nuove visite: per tre giorni un intero branco di cinghiali si è dato da fare sotto le querce: un grosso maschio, due femmine, quattro piccoli. Hanno abitudini notturne e col cellulare appena si intravedono. Il 25 giugno si fanno gli ultimi ritocchi e si spera di avere un calendario dei campi.

Scuola Autunnale 2014 – Collaborare con la scuola e i docenti

Fondazione Lungro per Don Milani e Maestri di Strada ONLUS

Il lavoro educativo per l’inclusione sociale

Esperienze e proposte per collaborare con la scuola ed i docenti

Presso al Fondazione Lungro per Don Milani – Lungro 29 e 30 novembre 2014

Il seminario viene condotto dagli educatori, formatori, psicologi che stanno operando in progetti di inclusione sociale nelle scuole e nel territorio. Possono partecipare ai lavori di sabato educatori, docenti, esperti interessati alle tematiche. E’ necessario prenotarsi per poter predisporre il nutrimento.

Per le narrazioni può essere utile tenere presenti alcuni punti:

Ci sono prodotti con cui valorizzare le esperienze?

  1. materiali dei ragazzi
  2. osservazioni, report
  • Collaborazione in classe dell’insegnante con l’educatore, con l’esperto;

Obiettivi del progetto

L’agibilità del progetto

Parametri del successo per noi

Regole di ingaggio

Differenza tra un laboratorio per i ragazzi e uno per i docenti

Laboratori che funzionano

Sabato 29 novembre 2014

Arrivo e registrazione partecipanti: 0re 9.00-9.30

Esperienze educative nelle scuole e nel territorio

Interventi degli educatori e dei formatori che stanno operando nelle scuole di Cosenza e Provincia (12 interventi della durata di circa 20 minuti ciascuno)

9.30 – 11. 30 Narrazioni

break

12.00 – 13.30 Narrazioni

13.30 – 14.30 pranzo (A cura della Fondazione; contributo per pranzo, colazione, cena € 10)

 

14.30 – 15.30 Restituzione ed individuazione di temi da approfondire a cura di Cesare Moreno e …..

15.30 – 18.30 Discussione

 

Domenica 30 novembre 2014

dalle ore 8,30 alle ore 12

Il gruppo di pensiero a Cosenza , storia, problemi e prospettive, organizzazione.

Riservato ai soli operatori contrattualizzati da Maestri di Strada, Fondazione Lungro per Don Milani, Circolo Popilia,

 

Seminari formativi educatori Lungro 29-30 novembre

Relazione Francesco Bitonti

L’accoglienza vista dai ragazzi

<Ci siamo divertiti tantissimo, almeno io, anche se le parti che dovevamo scrivere sono state un po’ noiose ma importanti e mi è piaciuto il fatto che ci dovevamo mettere in cerchio così potevamo guardarci in faccia uno e l’altro, e raccontarci le “avventure”/”esperienze” che abbiamo affrontato in questo anno scolastico.>

<Ho scoperto tante cose dei miei compagni che io non conoscevo. Mi sono trovata in situazioni “comuni”. Grazie a ciò mi sono legata di più con i miei compagni.>

<… sono stati giorni molto divertenti ma sono stati anche molto utili per noi, perché ci hanno aiutato a crescere molto e ci hanno insegnato a stare uniti come una famiglia … tutto questo è stato creato perché lui ci ha capito veramente come eravamo.>

<… ci siamo conosciuti abbiamo parlato delle cose che abbiamo fatto quest’anno abbiamo rafforzato la classe praticando diversi giochi … abbiamo discusso i motivi che ci possono far piacere la scuola.>

<… almeno per quanto mi riguarda ho scoperto tante cose dei miei compagni che non conoscevo. … O anche come abbiamo fatto oggi, che abbiamo discusso molto su “i ruoli” che abbiamo in classe, oppure mi piace la disposizione che abbiamo adoperato, mi piace riuscire a guardare tutti in faccia, per riuscire a capire cosa provano i miei amici.>

  • <… ci ha stupiti. Noi non pensavamo che un ragazzo che ci priva delle nostre ultime ore di educazione fisica ci possa far ragionare e capire il vero significato che è la scuola e i compagni di classe.>

<… vedere quanto una cosa brutta si possa trasformare in complicità tra persone che non si parlano, riscoprire tè stesso, è essere per i compagni una persona in mancabile per la classe, tutto ciò che abbiamo fatto, l’abbiamo fatto perche volevamo farlo e perché essere compagni non vuol dire litigare e far pace ma anche passare momenti della vita assieme alle persone che potrebbero far parte della vita, ogni giorno e un giorno da vivere al meglio ed io assieme ad i miei compagni lo vissuti questi 5 incontri come non mai.>

Considerazioni di un insegnante

Riguardo alla seconda attività, ho notato che i ragazzi hanno affrontato la consegna con grande serietà e partecipazione. Di particolare intensità è stato il momento di condivisione delle esperienze legate a momenti piacevoli ma anche molto tristi della loro vita. Dopo un’iniziale, peraltro comprensibile reticenza a raccontare un fatto personale, lentamente e spontaneamente i ragazzi si sono offerti di leggere quanto avevano scritto.

Ho molto apprezzato la capacità di ascolto e il rispetto dimostrati dai ragazzi durante il racconto commovente della loro compagna che a fatica, ma con forte determinazione, è riuscita trasmettere le proprie emozioni parlando di una persona cara scomparsa.

Alcuni scritti significativi

 

Modi diversi di guardare al proprio percorso

C’è vita tra i banchi:

il non senso da accogliere

Six word story

non siamo abbastanza grandi per parlare

bellezza e fragilita’ dell’essere giovani

un linguaggio da imparare se ti vuoi incontrare

sogni da accendere in una realta’ che brucia

come mi sento ora

Come misurare l’inclusivita’?

Come restituire istituzionalmente risultati non classificabili?

Come valorizzare l’esperienza e la figura dell’educatore?

chi sono ? Cosa faccio?

troviamo un modo per raccontare chi siamo

20141129_122429F3 maledizione – benedizione

Relazione Roberta Greco

  • precarietà , ambienti inquinati, voglia di finire, caos, incontenibilità dei giovani, solitudine, senso d’inefficacia, forte messa in discussione di ciò che facevo e del senso perché mi trovavo lì, grande fatica.
  • “Fortalecimiento” palestra di vita , comprensione maggiore della complessità – del sistema scuola, passaggio dal mollare a trovare il senso dello stare dentro, vittime e carnefici, rompere la catena persecutoria…

Sprazzi di racconti di dolore….

Io come r-accoglitore del dolore

Proposte/questioni …..

  • Situazioni limite: necessità di essere in due
  • Quando si ha un carico forte emotivo da parte dei ragazzi che fare??
  • Quando io giovane vengo legittimato a comportarmi liberamente e quindi c’è una situazione già marcia come mi inserisco io educatore?
  • Fatica a reggere il cerchio e la gestione- libertà di parola

“ il cambiamento è sostenibile quando il cuore è pronto e non quando la cosa proposta è attraente”

“Rivolgere lo sguardo a questa realtà terribile paralizza la forza vitale. Spesso i nostri giovani allievi traditi negli affetti più elementari hanno lo sguardo fisso sui propri drammi e questo indebolisce la loro capacità vitale.”

  • Come poter preparare il cuore ad “accogliere”
  • Quando le capacità vitali vengono meno

 

 

Scuola Estiva di Formazione dei Maestri di Strada – Estate 2013

Fondazione Lungro per Don Milani – Luglio-Agosto 2013

Quest’anno l’Associazione Maestri di Strada nell’ambito del progetto E-VAI 2012/2013 ha istituito la Scuola Estiva di Formazione a Lungro.
Le attività formative si sono svolte dal 30 luglio al 7 Agosto 2013.
L’obiettivo della Scuola, che è alla sua prima sperimentazione, è istituire un luogo fisico che diventi un punto di riferimento privilegiato per la riflessione e la formazione.
La Scuola quest’anno è stata rivolta agli operatori dell’Associazione Maestri di Strada, ai giovani coinvolti nelle attività del progetto E-VAI e a giovani del luogo.

Le fasi di attuazione del progetto sono state due.
Una prima fase preparatoria (30 luglio-2 agosto) che ha visto coinvolti Educatori ed Esperti dell’associazione e giovani di Cosenza, durante la quale:

  • SAM_6736si è attrezzata la struttura per l’ospitalità dei giovani e degli educatori provenienti da Napoli
  • si è organizzato il calendario dei turni per i lavoro domestici, la spesa e la mensa (i ragazzi insieme agli educatori si sono occupati per il periodo di permanenza dei lavori domestici, dalla pulizia delle camere e delle aree comuni, della preparazione dei pasti)
  • si è fatta la programmazione delle attività da svolgere con i giovani ospitati con lo scopo di far riscoprire ai ragazzi l’importanza della manualità, valorizzare le competenze formali e informali di ciascuno nella riscoperta della natura sfruttando la vicinanza con il parco nazionale del Pollino
  • Scuola estiva Lungro - 25

Una seconda fase (3-7 agosto) durante la quale parallelamente:

  • gli operatori dell’Associazione Maestri di Strada con la supervisione di Cesare Moreno partecipano ad incontri di riflessione sui risultati del lavoro svolto durante l’anno, sulla programmazione delle future attività e la riorganizzazione delle funzioni di coordinamento.
  • I giovani già coinvolti durante l’anno nelle attività del progetto E-VAI (E-VAI Superiori, Progetto Terra Terra, Laboratori Territoriali delle Arti) sono impegnati nelle attività di raccolta dei frutti e degli ortaggi, nel riconoscimento delle piante e degli insetti, ma anche nello svolgere attività teatrali all’aperto. Ancora una volta l’idea alla base di queste attività è che ciò che s’impara a contatto con il lavoro nei campi e con il contatto stesso con la natura è fondamentale per la crescita individuale e collettiva.

il sapereFONDAZIONE Lungro per Don Milani

Il luogo scelto ha per l’Associazione Maestri di Strada una lunga storia: a Lungro paesino in provincia di Cosenza infatti oramai da 4 anni esiste una Fondazione che si chiama “Lungro per Don Milani”, fondata in seguito ad una donazione ad opera di due anziani fratelli, Tommaso e Rachele Marotta, il primo avvocato e la seconda insegnante oramai in pensione, che con l’avanzare dell’età hanno deciso di donare la loro alcuni appartamenti e i terreni circostanti, con l’unica condizione che fossero messi a disposizione di giovani per attività formative e ludiche. Dopo un primo approccio alla struttura, tre anni fa con l’organizzazione di una scuola estiva per educatori ad opera dell’Associazione, quest’anno siamo riusciti a partire anche con le attività rivolte ai giovani. La possibilità di rivolgere tale attività ad un gruppo tanto ristretto nasce dalla possibilità di utilizzare al momento solo i 20 posti letto presenti in una delle strutture, e dall’assenza di una mensa: quest’anno infatti per i pasti ci siamo organizzati all’aperto utilizzando per la preparazione delle vivande, la piccola cucina di uno degli appartamenti. Speriamo per il prossimo anno di poter disporre della mensa, dove sono in procinto di iniziare dei lavori strutturali, in modo da poter invitare un maggior numero di ragazzi.

PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’ 3-7 Agosto 2013

alba 03Primo Giorno – Mattina: accoglienza del gruppo in loco. Sistemazione negli alloggi.
Pranzo
Pomeriggio: presentazione del progetto, visita della struttura e divisione in gruppi dei partecipanti per la gestione della struttura stessa. I gruppi, oltre alle attività formative, si interesseranno della preparazione dei tre pasti principali, riordino della cucina, degli alloggi Formazione estiva Lungro 015e dei bagni; i gruppi si alterneranno nei vari compiti.
Cena
Dopo cena: Cineforum – visione del film “Freedom Writers”


Secondo Giorno
21 luglio 2011 scorcio del terreno
 Colazione
Mattina: GIOVANI: Laboratorio in campo: riconoscimento delle piante da frutta e classificazione, raccolta dei frutti./OPERATORI: Incontro di riflessione e programmazione.
Pranzo
Pomeriggio: Preparazione delle confetture con la frutta raccolta la mattina da usare in loco per la prima colazione. Si lava e si monda la frutta e si cuoce con zucchero e limone fino a che raggiunga la densità desiderata.
Sera: Riunione per fare il punto della giornata: positività e negatività
Cena
Dopo cena. Osservazione delle stelle: riconoscimento delle costellazioni e delle stelle più famose

Terzo Giorno
Colazione
Mattina. GIOVANI: Laboratorio in campo: pulizia, riordino e raccolta dei prodotti orticoli, per la preparazione del pranzo/OPERATORI: Incontro di riflessione e programmazione.
Pranzo
Pomeriggio. Laboratorio Teatrale – esercitazioni corpo libero all’aperto
Sera Riunione
Cena
Quarto Giorno
radici 02
Colazione
Mattina/Pomeriggio. Escursione naturalistica nel P.N. del Pollino, ricerca dei pini loricati, ascesa alla vetta del monte Caramolo 1827 mt slm.
Pranzo al sacco
2013 08 06 Lungro 12 Cima caramolo 2013 08 06 - 026
Sera Riunione
Cena
Dopo cena. Cineforum – visione del film “Giù le mani dal mio periscopio”

Quinto giorno
Colazione
Mattina. Laboratorio teatrale – esercitazioni corpo libero all’aperto
Pranzo
Pomeriggio. Riunione finale, raccolta delle impressioni dei partecipanti, commiato.

Scuola Estiva 2014 – Secondo Seminario

Seminario formativo per educatori, pedagogisti, docenti
progettare e realizzare interventi educativi con la
Metodologia Educativa Territoriale di Inclusione Sociale.

Il corso intende perfezionare la formazione di quanti sono impegnati o intendono impegnarsi in progetti educativi finalizzati a promuovere la piena partecipazione dei giovani ai processi di apprendimento nella scuola e fuori, per diventare cittadini attivi.

Il corso si svolge secondo le metodologie formative dei maestri di strada che prevedono la partecipazione a gruppi di pensiero: attività di riflessione sulle pratiche educative.

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1.             Teatri

Teatri – Da molto tempo il teatro inteso come spazio traslato per esprimere l’umano è entrato nelle nostre riflessioni come elemento fondante di una pedagogia ‘itinerante’. Le scuole e le classi sono luoghi complessi in cui convergono a strati e da molte direzioni desideri e sogni dell’umanità che ci vive, tra gli altri il bisogno di rappresentarsi e di sperimentare ruoli. Nella vita di una classe posiamo individuare copioni già scritti, canovacci da riempire, nuove trame da elaborare. Quando riusciamo a guardare in distanza il confuso agitarsi dei tanti inconsapevoli attori ci accorgiamo che molti stanno recitando un copione stantio, ripetizione compulsiva di parti di cui si è perso il significato.

Prendere coscienza della propria parte e della commedia che si sta recitando coincide con la creazione di uno ‘spazio di pensiero’ e di parola in cui è possibile uscire dal circolo vizioso degli agiti. Prenderemo le mosse da alcune letture – elaborazione di scene di vita vissute nel nostro lavoro – che ci aiutano a capire come sia possibile trovare un senso ad eventi altrimenti impensabili. Insieme a questo, esperti di teatro ci aiutano a distanziarci dalle parti stereotipate per sperimentare nuove invenzioni sceniche. Sperimentare se stessi in nuovi ruoli è necessario per poter aiutare i nostri giovani allievi a fare altrettanto.

 

scuolestiva2 teatro 042.             Didattica attiva

Didattica attiva – Uso volutamente il termine didattica piuttosto che pedagogia perché nell’esperienza ormai vasta che abbiamo della vita di classe constatiamo che non solo non sono noti ed applicati i principi di una pedagogia attiva ed inclusiva, ma che le stesse tecniche didattiche non sono oggetto di riflessione e di scelta consapevole. La didattica attiva distribuisce le posizioni di attivo e passivo tra docente e allievo: il modello prevalente è di un insegnante attivo che emette messaggi, propone contenuti e uno studente passivo che ascolta, legge, ingoia; il modello attivo prevede che il docente faccia molto lavoro passivo: ascolto e osservazione degli allievi e delle loro competenze specifiche e trasversali e successivamente non un lavoro di trasmissione, ma un lavoro creativo per progettare un percorso, dare un senso. La didattica itinerante presuppone un vagabondaggio tra le occasioni formative le più diverse, le più informali e fuori dalle righe per trovare appigli, possibili nuclei di senso da sviluppare insieme agli allievi. La didattica itinerante presuppone l’esistenza di ‘guide indigene’ che aiutano a trovare strade e risorse. La partecipazione di ‘maestri di strada’ (esperti di una disciplina o educatori) al lavoro in classe, dove ha funzionato ha avuto il ruolo di innescare un processo di didattica attiva. Su come questo sia accaduto, su quali siano i dispositivi che aiutano lo sviluppo di una didattica attiva vogliamo discutere in questa sessione.

 

IMGP38573.             Narrazioni educative

Narrazioni educative – la narrazione è uno dei pilastri del nostro lavoro educativo. Raccontare non semplice cronaca, espressività o sentimentalismo, ma è una attività creativa che istituisce il sé consapevole. Per noi narrare coincide con la faticosa ricerca di senso, avere un luogo in cui si depositano le cose che viviamo più intensamente, il modo di far errare la mente tra tanti accadimenti finché non riusciamo ad afferrare quello o quelli che sono entrati o entreranno a fare parte del nostro io, del nostro modo di raccontarci. I nostri gruppi di pensiero costruiscono una narrazione di noi stessi, una epica su misura costellata di episodi e battaglie che non hanno senso se non nella distanza, nel filo che riusciamo a stabilire tra gli accadimenti di ieri e quelli di oggi. In questa narrazione ci sono reperti, monumenti, documenti, imprese che chiedono di essere collocati. La collocazione, catalogazione, classificazione dei reperti è essenziale a costruire una buona narrazione. In questa sessione vogliamo quindi discutere di come costruiamo la nostra storia e soprattutto quella dei giovani che accompagniamo nel percorso di crescita. “oggetti pedagogici” molto controversi come il portfolio o la valutazione potrebbero avere un ruolo ed un significato nel costruire una storia di crescita?

 

4.             Ricerca e cambiamento di sé

Ricerca e cambiamento di sé – La ricerca azione è stata spesso banalmente intesa come esistenza di un processo di adattamento cognitivo che consente di comprendere nuovi fenomeni. In realtà la ricerca azione è la macchina che produce complessità perché non separa il ricercatore dall’oggetto della ricerca, e postula un continuo cambiamento di sé in relazioni ai cambiamenti del campo. Ricercare significa innanzi tutto occuparsi del nostro apprendimento e non solo di quello dei giovani di cui ci occupiamo. Per poter immettere nel nostro sistema di pensiero nuovi elementi è necessario prima cambiare noi stessi, cambiare il modo in cui vediamo e sentiamo esperienze che ad una prima visione ci sono apparsi estranei oppure ostili. Più volte nel corso della nostra attività abbiamo sperimentato che la prima reazione a eventi nuovi ed inaspettati è stato il rifiuto, e solo dopo un faticoso e lento cambiamento si è aperta una nuova comprensione della realtà. In questa sessione vogliamo discutere di quali cambiamenti abbiamo vissuto e di come questo potrebbe portarci a progettare innovazioni e cambiamenti nei progetti che realizziamo.

 

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5.             Gruppi di pensiero

L’educazione è un’impresa complessa che coinvolge la psiche, la mente, le relazioni, l’organizzazione del lavoro, le condizioni materiali in cui si svolge, l’ambiente sociale in cui si opera e per questo anche figure professionali diverse, che adottano punti di vista e metodologie diverse. Un buon lavoro educativo dovrebbe integrare tra loro diverse figure di professionisti e non e dovrebbe tener conto di diversi punti di vista. Le zone di frizione, di sovrapposizione, di conflitto sono innumerevoli ed è indispensabile imparare a governare una situazione altrimenti caotica. I gruppi di pensiero sono il luogo in cui fermando l’azione e la necessità di agire, si riflette sulle pratiche educative e sul modo in cui ciascuno è coinvolto e vive le difficoltà del campo. Dedicheremo una sessione a discutere questo aspetto, ma soprattutto tutti i lavori del seminario seguiranno questa logica. Nel corso di questa sessione e delle precedenti in particolare prenderemo in esame i progetti in corso di realizzazione per verificare come e dove sono stati realizzati gruppi di pensiero e quali risultati hanno ottenuto

 

6.             Organizzazione e logistica

Per arrivare a Lungro ci sono bus di linea in partenza da Roma e da Napoli, con arrivo a 10 km dalla sede del seminario. Chi giungesse con questo mezzo deve avvisare per essere prelevato alla stazione di arrivo. In alternativa si può arrivare in treno a Cosenza o in Aereo a Lamezia. In questo caso dobbiamo concordare preventivamente se ci è possibile venirvi a prelevare, oppure organizziamo navette a pagamento.

 

Scuola estiva 2014 – Primo seminario

Scuola Estiva Maestri di Strada – Seconda edizione
Lungro (Parco del Pollino) 14-17 luglio 2014

Il seminario si realizza in 4 sedute lungo tre giornate:
Lunedì 14 luglio sera – Arrivi e benvenuto
Martedì 15 luglio – 2 sedute
Mercoledì 16 luglio – 2 sedute.
Giovedì 17 luglio escursione paesaggistica e naturalistica nel parco del Pollino con guide specializzate

Stiamo organizzando la nostra scuola estiva. Pur parlandone da molti mesi non siamo riusciti a programmare bene le scadenze e quindi molti si sono organizzati diversamente, tuttavia abbiamo un buon numero di partecipanti e contiamo di riuscire a fare qualcosa di buono. Ci teniamo a stare assieme per interi giorni perché sappiamo per scienza ed esperienza che gli scambi informali che accompagnano i momenti di scambio formali a volte sono quasi più importanti e possono cementare in modo più profondo i nostri legami. Per questo lo chiamiamo seminario interno, anche se è aperto a tante persone che abbiamo conosciuto nel corso degli anni e che sembra condividano una metodologia che mette al centro la riflessione piuttosto che una qualsiasi bibbia o manuale tecnico.

Abbiamo quattro sedute in cui discutere e dovremmo scegliere quattro argomenti principali. Ci piacerebbe lasciare questi argomenti sufficientemente aperti da poter trovare solo alla fine il titolo preciso. In ogni modo provo a proporre gli argomenti.

alba 031.    Teatri

Teatri – Da molto tempo il teatro inteso come spazio traslato per esprimere l’umano è entrato nelle nostre riflessioni come elemento fondante di una pedagogia ‘itinerante’. Le scuole e le classi sono luoghi complessi in cui convergono a strati e da molte direzioni desideri e sogni dell’umanità che ci vive, tra gli altri il bisogno di rappresentarsi e di sperimentare ruoli. Nella vita di una classe posiamo individuare copioni già scritti, canovacci da riempire, nuove trame da elaborare. Quando riusciamo a guardare in distanza il confuso agitarsi dei tanti inconsapevoli attori ci accorgiamo che molti stanno recitando un copione stantio, ripetizione compulsiva di parti di cui si è perso il significato.

Prendere coscienza della propria parte e della commedia che si sta recitando coincide con la creazione di uno ‘spazio di pensiero’ e di parola in cui è possibile uscire dal circolo vizioso degli agiti. Prenderemo le mosse da alcune letture – elaborazione di scene di vita vissute nel nostro lavoro – che ci aiutano a capire come sia possibile trovare un senso ad eventi altrimenti impensabili. Insieme a questo, esperti di teatro ci aiutano a distanziarci dalle parti stereotipate per sperimentare nuove invenzioni sceniche. Sperimentare se stessi in nuovi ruoli è necessario per poter aiutare i nostri giovani allievi a fare altrettanto.

2.    Didattica attiva

Didattica attiva – Uso volutamente il termine didattica piuttosto che pedagogia perché nell’esperienza ormai vasta che abbiamo della vita di classe constatiamo che non solo non sono noti ed applicati i principi di una pedagogia attiva ed inclusiva, ma che le stesse tecniche didattiche non sono oggetto di riflessione e di scelta consapevole. La didattica attiva distribuisce le posizioni di attivo e passivo tra docente e allievo: il modello prevalente è di un insegnante attivo che emette messaggi, propone contenuti e uno studente passivo che ascolta, legge, ingoia; il modello attivo prevede che il docente faccia molto lavoro passivo: ascolto e osservazione degli allievi e delle loro competenze specifiche e trasversali e successivamente non un lavoro di trasmissione, ma un lavoro creativo per progettare un percorso, dare un senso. La didattica itinerante presuppone un vagabondaggio tra le occasioni formative le più diverse, le più informali e fuori dalle righe per trovare appigli, possibili nuclei di senso da sviluppare insieme agli allievi. La didattica itinerante presuppone l’esistenza di ‘guide indigene’ che aiutano a trovare strade e risorse. La partecipazione di ‘maestri di strada’ (esperti di una disciplina o educatori) al lavoro in classe, dove ha funzionato ha avuto il ruolo di innescare un processo di didattica attiva. Su come questo sia accaduto, su quali siano i dispositivi che aiutano lo sviluppo di una didattica attiva vogliamo discutere in questa sessione.

3.    Narrazioni educative

Narrazioni educative – la narrazione è uno dei pilastri del nostro lavoro educativo. Raccontare non semplice cronaca, , espressività o sentimentalismo, ma è una attività creativa che istituisce il sé consapevole. Per noi narrare coincide con la faticosa ricerca di senso, avere un luogo in cui si depositano le cose che viviamo più intensamente, il modo di far errare la mente tra tanti accadimenti finché non riusciamo ad afferrare quello o quelli che sono entrati o entreranno a fare parte del nostro io, del nostro modo di raccontarci. I nostri gruppi di pensiero costruiscono una narrazione di noi stessi, una epica su misura costellata di episodi e battaglie che non hanno senso se non nella distanza, nel filo che riusciamo a stabilire tra gli accadimenti di ieri e quelli di oggi. In questa narrazione ci sono reperti, monumenti, documenti, imprese che chiedono di essere collocati. La collocazione, catalogazione, classificazione dei reperti è essenziale a costruire una buona narrazione. In questa sessione vogliamo quindi discutere di come costruiamo la nostra storia e soprattutto quella dei giovani che accompagniamo nel percorso di crescita. “oggetti pedagogici” molto controversi come il portfolio o la valutazione potrebbero avere un ruolo ed un significato nel costruire una storia di crescita?

4.    Ricerca e cambiamento di sé

Ricerca e cambiamento di sé – La ricerca azione è stata spesso banalmente intesa come esistenza di un processo di adattamento cognitivo che consente di comprendere nuovi fenomeni. In realtà la ricerca azione è la macchina che produce complessità perché non separa il ricercatore dall’oggetto della ricerca, e postula un continuo cambiamento di sé in relazioni ai cambiamenti del campo. Ricercare significa innanzi tutto occuparsi del nostro apprendimento e non solo di quello dei giovani di cui ci occupiamo. Per poter immettere nel nostro sistema di pensiero nuovi elementi è necessario prima cambiare noi stessi, cambiare il modo in cui vediamo e sentiamo esperienze che ad una prima visione ci sono apparsi estranei oppure ostili. Più volte nel corso della nostra attività abbiamo sperimentato che la prima reazione a eventi nuovi ed inaspettati è stato il rifiuto, e solo dopo un faticoso e lento cambiamento si è aperta una nuova comprensione della realtà. In questa sessione vogliamo discutere di quali cambiamenti abbiamo vissuto e di come questo potrebbe portarci a progettare innovazioni e cambiamenti nei progetti che realizziamo.

5.    Gruppi multi visione

Gruppi multi visione – Tutto questo percorso dovrà concludersi con una riflessione su cosa sono i gruppi multi visione e come la loro configurazione si sta evolvendo nella esperienza pratica dei Maestri di Strada. Questo lavoro va adeguatamente preparato e condiviso. Lo faremo in una apposita seduta in settembre quando saranno presenti tutti gli operatori.

Organizzazione e logistica

Per arrivare a Lungro ci sono bus di linea in partenza da Roma e da Napoli, con arrivo a 10 km dalla sede del seminario. Chi giungesse con questo mezzo deve avvisare per essere prelevato alla stazione di arrivo. In alternativa si può arrivare in treno a Cosenza o in Aereo a Lamezia. In questo caso dobbiamo concordare preventivamente se ci è possibile venirvi a prelevare, oppure organizziamo navette a pagamento.

Per chi parte da Napoli abbiamo organizzato un bus che ci porta fino alla sede con partenza alle 15,30 da piazza Garibaldi. Il costo andata e ritorno è di circa 40 euro. Gli operatori Maestri di strada pagano solo un contributo di 10 euro.

La sistemazione per dormire è tipo ostello. Ci sono le lenzuola ma non gli asciugamano. Per chi viene con famiglia ci sono alcune stanze con due o tre letti. Inoltre possiamo organizzare un servizio di baby sitting su tutta la durata delle attività. Gli ospiti non partecipanti hanno un’ampia gamma di possibilità di svago tra cui una piscina con basso costo di ingresso.

Il costo del soggiorno è di 30 euro al giorno comprendenti due pasti, una colazione, un coffee break. Considerando la prima sera e il pranzo del terzo giorno il costo totale è di 90 euro. Gli operatori di Maestri di Strada danno un contributo per il cibo di 30 euro, il resto viene pagato dalla ONLUS con i proventi della vendita libri. LA cucina è basata su prodotti biologici forniti da agricoltori locali collegati in rete con la Fondazione Lungro per Don Milani.

Il terzo giorno è prevista una visita guidata ai monti del parco. Il costo è di 10 euro a persona comprendente il trasporto in quota e la guida autorizzata. Il contributo per le attività di formazione è di 30 euro a persona che per gli operatori di Maestri di Strada vengono coperti dalla ONLUS.

La partenza da Lungro è fissata alle ore 17 del giovedì 17 luglio

Partecipanti

Il seminario è centrato sull’esperienza dei Maestri di Strada di Napoli, ma è aperto a quanti avendo avuto una prima conoscenza della nostra metodologia vogliano confrontarsi direttamente con chi opera sul campo, pertanto invitiamo a partecipare i membri dei ‘gruppi di pensiero’ attivati in alcune situazioni (Napoli, Roma, Cosenza, Genova, Milano, Bologna) e docenti ed educatori che abbiamo conosciuto in altre occasioni.

Possiamo ospitare fino a 40 persone, se avessimo molte richieste sono possibili due opzioni:

  1. alloggiare presso un locale albergo con il quale stiamo negoziando un prezzo scontato
  2. partecipare al seminario che si svolge dal 24 al 27 luglio che ha contenuti analoghi.

 

Seminario estivo 2011- Rispondere dell’educazione

Lungro 15-17 luglio 2011

Introduzione ai lavori

Resistere, testimoniare o innovare?

Copio questo titolo in parte da “Ottavo convegno internazionale La qualità dell’integrazione scolastica Rimini 2011: resistere o innovare?” indetto da Andrea Canevaro e Dario Ianes.

formazione estiva a LungroDal tempo di Don Milani in poi si sono moltiplicati gli esempi e le testimonianze di un metodo educativo centrato sul dialogo di vita con gli allievi.

Ciò che al tempo di Don Milani era opera di persone dotate di profetica visione e religiosa perseveranza è diventato scienza, tecniche, metodo. Molti di noi hanno imparato come si costruisce una visione, un sogno, hanno rivisitato il mito di fondazione dell’educazione e ne hanno tratto una metodologia; molti di noi hanno imparato come si resiste e si cresce nel logorio di schizofrenici comportamenti istituzionali e devastanti agiti adolescenziali.

I progressi della conoscenza pedagogica e psicologica a livello nazionale ed internazionale hanno fornito solide basi scientifiche e metodologiche alle intuizioni profetiche. I fondamenti di una pratica pedagogica responsabile affondano le radici nella pedagogia sperimentale cominciata forse due secoli fa con le osservazioni di Itard e Seguin giunte a noi attraverso la Montessori e Bruner, e nelle conoscenze psicologiche sull’individuo, il gruppo e il sociale che si sono sviluppate a partire da Freud e suoi importanti successori.

 

Dunque senza dilungarci in una rassegna dei fondamenti della responsabilità pedagogica sappiamo che è possibile formare ed organizzare gli insegnanti e altri operatori della conoscenza per lavorare in modo efficace con i giovani, aiutandoli a realizzare se stessi.

Tuttavia il sistema scuola e i sistemi istituzionali che con esso interagiscono non vogliono capire, si attardano in metodi pedagogici non responsabili, in pratiche didattiche trasmissive, passivizzanti, che collaborano alla stanchezza esistenziale, alla nausea per la parola, alla chiusura relazionale.

Le innovazioni didattiche e pedagogiche, quale più quale meno, se tutto va bene vengono incapsulate nel sistema scuola, confinate in ambiti particolari che non incidono sul corpo della scuola e talora sono addirittura dannose. Molti di noi hanno sperimentato come il migliore dei progetti sperimentali senza essere tradotto nel sistema diventa una specie di cisti, un corpo estraneo che prima o poi va rimosso.

Dunque io credo che la questione centrale è come sia possibile fare quello che decine di migliaia di docenti, che lo hanno sperimentato in prima persona, sanno che si può e si deve fare: ritrovare il senso dell’educazione, dell’alleanza primigenia ed elementare tra un giovane che vuole crescere ed un adulto capace di guidarlo sui sentieri della conoscenza del mondo e della conoscenza di sé.

Per fare questo occorre una moratoria mentale dai veleni in circolazione: non parlare della Gelmini, dell’Invalsi, delle riforme, dei tagli, dei precari, dei concorsi, delle classi di concorso, della valutazione, del programma…. Bisogna riconquistarsi una identità professionale che non sia reattiva, reazione alle idiozie del potere, ma autodeterminata, sovrana.

Bisogna anche uscire dalle nicchie in cui ci hanno confinato, vogliamo parlare di scuola ed educazione senza specificazioni, la scuola che deve essere per tutti e che ha un senso se è per tutti se promuove lo scambio e le relazioni di giovani tra loro diversi e che crescono arricchendosi della diversità. Ogni scuola con interlocutori particolari, sia se si tratti di una élite privilegiata, sia che si tratti di una élite specializzata, sia che si tratti di un ghetto, non è una vera scuola, è un luogo in cui si ‘inculca’ e non dove si educa. Il libero arbitrio dell’Uomo non è un concetto per le dispute tra filosofi ma una pratica sociale, un costrutto organizzativo che riguarda primo di ogni altro i giovani che stanno a scuola. Il cittadino sovrano nasce nella nursery in cui i vagiti sono accolti come segnale comunicativo degno del massimo rispetto e non come fastidio per gli addetti ai lavori.

E quindi dobbiamo pensare che ogni idea di sviluppo su linee che non siano quelle della moltiplicazione delle merci e dei servizi mercificati deve ripartire dall’educazione, dalla socialità, dai legami umani che vengono prima dei legami produttivi e delle stratificazioni sociali. Il senso della scuola per tutti è appunto quello di promuovere legami estesi e diversificati, di promuovere una felice interdipendenza gli uni dagli altri che consente di costruire la vita sociale a partire dalle relazioni e non dal possesso di beni. Non stiamo parlando di comunismo o socialismo, ma di un capitalismo che investa in modo profittevole nelle relazioni piuttosto che nelle merci, di una economia civile che contribuisca a contenere l’invadenza dell’economia delle merci e dei grandi capitali.

Stiamo dicendo che si tratta di un obiettivo educativo per tutti da non riservare agli adepti della decrescita, dello sviluppo eco sostenibile e quant’altro i movimenti civili hanno meritoriamente prodotto e producono ancora. Noi educatori non possiamo mai parteggiare, neppure per il partito dello sviluppo sostenibile, il nostro compito è di assumere il valore educativo delle idee innovative e farne un motore dello sviluppo personale e di una presa di coscienza diffusa, di uno sviluppo umano del territorio.

 

Chi fa lavoro educativo nel meridione ha imparato o dovrebbe imparare che l’educazione non può essere per una finalità pratica: il lavoro, nella stragrande maggioranza dei casi non c’è e se c’è è maledetto e tardivo. La nostra scuola nel migliore dei casi prepara al lavoro dipendente, al lavoro burocratico senza iniziativa e senz’anima, non prepara né all’impresa né a saper mantenere un contegno nelle difficoltà.

L’educazione nel meridione potrebbe essere disinteressata non perché aliena da interessi pratici ma perché manca l’oggetto dell’interesse: in realtà forse possiamo mettere al centro l’interesse per sé, per sviluppare quelle capacità di resistenza e di iniziativa che sono indispensabili a sopravvivere in una economia stagnante e contro i giovani.

Viceversa un’educazione che in modo esplicito o implicito coltivi il mito del posto, del lavoro esecutivo crea solo masse di spostati o di quei ‘facinorosi delle classi medie’ che impestano ogni buona iniziativa politica si voglia prendere in queste disgraziate terre. Bisogna che il captale sociale giovanile ed il capitale di conoscenza che nonostante tutto essi hanno accumulato sia rivendicato non per costruire opposizione o consenso, ma per produrre proposte, iniziative, imprese socialmente significative.

Qual è il mito fondante dell’educazione oggi? Promuovere l’eguaglianza dei punti di partenza per una competizione in cui la posta in gioco è talmente sproporzionata che essa si configura piuttosto come un gioco d’azzardo, oppure promuovere le capacità di iniziativa per fronteggiare situazioni difficili? E la formazione professionale serve ad imparare un mestiere o piuttosto ad acquisire quelle abilità trasversali che sono necessarie ad adottare una indispensabile flessibilità nella gestione delle risorse proprie? Fare le cose bene serve solo quando c’è da rispondere ad un datore di lavoro o anche per se stessi? Diventare cittadini responsabili ed attivi è un obiettivo dell’educazione o è un effetto collaterale – ed indesiderato – dello sviluppo economico mercificato?

Come viene ri-disegnata la mappa dei ‘bisogni’ e dello sviluppo in questa ipotesi, come vengono riorganizzati i marcatori della crescita?

Il passaggio all’età adulta u tempo avveniva in questo ordine: lavoro, posizione sociale, vita di relazione – farsi una famiglia – o vale l’ordine inverso? E’ assurdo pensare che si possa trarre un po’ di felicità o scampoli di reddito dai buoni legami sociali ed essere socialmente attivi prima di avere un ‘posto fisso’ o addirittura senza averlo mai? Dobbiamo attenerci al rozzo materialismo – plebeo e borghese – che antepone il possesso di beni al possesso di Sé, o dobbiamo considerare che le relazioni ed i legami abbiano una forza materiale e con essi la cultura che serve a svilupparli e rinsaldarli?

Se vogliamo riparlare di educazione dobbiamo ripartire da qui, dalla riconsiderazione dei pregiudizi sociologici che ci portano a considerare i giovani come la risultante di tutta la storia precedente e di tutte le condizioni sociali e non anche il frutto della libera autodeterminazione sostenuta dal lavoro educativo.

L’impotenza del singolo insegnante di fronte alla prepotenza del potere, di fronte ai sindacalismi imbelli ed accattoni deriva soprattutto dalla sua subalternità ad un modello culturale che interpreta la realtà sociale e culturale come mera risultante di rapporti di forza materiai ridotti al possesso di beni e merci. Il primo a non credere nella cultura, nell’educazione, nella scuola è proprio l’insegnante.

 

Naturalmente non credo che potremo discutere di temi così impegnativi ma dobbiamo almeno essere consapevoli del loro rilievo e avviare un primo confronto.

 

La mia proposta è che dedichiamo il pomeriggio di venerdì a presentare il nostro lavoro senza intrattenersi sui dettagli, ma piuttosto svolgendo osservazioni e considerazioni riguardo a questi temi così come emergono dalle pratiche.

 

I risultati di questa prima ricognizione saranno riassunti l giorno dopo con una slide show riassuntiva che centra i punti di possibile approfondimento.

Il pomeriggio del secondo giorno può essere dedicato a rimettere insieme i punti di accordo per stendere una sorta di carta per l’innovazione educativa e per il ruolo civile della scuola